🥊 Allena il pensiero critico con sei cappelli
Una tecnica, quella dei sei cappelli, con cui si impara a pensare con nuovi punti di vista, rispettare gli altri e trovare nuove idee. Cosa rende questa tecnica così speciale?
Questa che stai leggendo è Design Paradiso: la newsletter su creatività, ispirazione e trasformazione invisibile per curiosi.
Io sono Rossana Lorusso, service experience designer freelance, facilitatrice e docente universitaria. Collaboro con aziende al miglioramento continuo dei processi ed uso il Design Thinking come il prezzemolo.
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Ciao paradisiaci!
Ben ritrovati nel 2025 con la vostra dose di spunti creativi pronti all’uso.
In questa prima puntata dell’anno, mi sono ispirata a un libro che insegna ad allenare il pensiero critico attraverso… lo scambio di cappelli!
Mi riferisco a Sei cappelli per pensare di Edward de Bono.
E no, non parliamo di accessori di moda, ma di un modo di collaborare che aiuta a gestire la diversità in azienda per uscire da momenti di stallo e comprendere le prospettive degli altri.
Un mondo di pensieri: i sei cappelli di Edward de Bono
Immaginate di trovarvi davanti a un problema complesso: una di quelle situazioni che richiedono strategia, lucidità e un pizzico di intuizione. Come affrontarlo? Edward de Bono, il "padre del pensiero laterale", ha ideato negli anni ’80 una risposta brillante: la tecnica dei sei cappelli per pensare. Ancora oggi è utilizzata in aziende trasformative, scuole e persino nelle riunioni di condominio (dove il cappello nero sembra regnare incontrastato).
Ogni cappello rappresenta un tipo di pensiero diverso. L’idea è indossarli tutti, uno alla volta, per esplorare un problema da più angolazioni. Questa semplicità nasconde una grande innovazione: favorisce il dibattito e la collaborazione, obbligandoci ad uscire dalla nostra zona di comfort mentale.
Il genio dietro i cappelli: cosa ha ispirato De Bono
De Bono non è un autore qualunque. Con un background in psicologia, medicina e neuroscienze, era affascinato da un interrogativo: perché il nostro pensiero è spesso così inefficace? Con la metafora dei sei cappelli per pensare, De Bono ci invita ad uscire dalla trappola del pensiero tradizionale, spesso dominato da conflitti e da discussioni sterili che non si incontrano, proponendo invece un metodo strutturato per affrontare i problemi e convergere le opinioni.
“La cosa importante di una bicicletta – o del pensiero creativo – è stare in movimento; il freno – o pensiero negativo – è soltanto un meccanismo di sicurezza.” Edward De Bono
Indossando un determinato colore di cappellino, si entra in un punto di vista diverso, come se fossimo un personaggio teatrale.
Ci sono sei direzioni di pensiero contenute in sei cappelli immaginari. Dopo averli usati tutti in modo proattivo, sarai in grado di prendere una decisione più consapevole.
Questa è la vera innovazione: anziché dibattere, scambiare dei punti di vista e pensare con la testa… degli altri cappelli!
Un cappello per ogni occasione
Vediamo ora il significato di ciascun cappello.
Cappello bianco: solo fatti e dati. Per analizzare le informazioni in modo neutrale, come un detective che raccoglie prove. Questo cappello ci insegna a vedere le cose da un punto di vista obiettivo, neutro e senza dare giudizi di valore. Lo stile di pensiero che si applicherà si baserà sull’analisi dei dati, sul contrasto delle informazioni di cui si dispone, su fatti concreti. Non interpreta, né dà opinioni.
Cappello rosso: emozioni e intuizioni. Questo cappello è passionale. Indossando questo cappello, avremo la possibilità di dire ad alta voce cosa ci emoziona, cosa ci inquieta o cosa ci dice il nostro intuito riguardo alle informazioni che abbiamo. Ci permetterà anche di comprendere le emozioni e i bisogni altrui. Mentre il cappello bianco ci permette di usare la logica più neutrale, attenta e obiettiva, quello rosso ci lancerà nel vuoto per farci abbracciare quel mondo abitato dalle soggettività più libere.
Cappello nero: benvenuta critica! Questa è la voce del “ma". Utile per anticipare problemi e fallimenti. Il cappello nero rappresenta il lato logico-negativo e ci insegna a capire perché certe cose possono andare male, non funzionare o non accadere nel modo in cui pensavamo.
Cappello giallo: positività e ottimismo pragmatico. Cosa potrebbe andare bene e perché? Il cappello giallo ci insegna ad applicare un pensiero logico positivo. Saremo in grado di vedere possibilità dove gli altri vedono porte chiuse. Svilupperemo un approccio costruttivo e ottimista. Questa positività, questa apertura, sarà caratterizzata sempre dalla logica. Se ci facciamo sopraffare dalla fantasia o dalla passione a volte irrazionale, useremo il cappello rosso e non quello giallo.
Cappello verde: creatività senza limiti. Il cappello verde è quello dell’originalità, della creatività, che sa rendere possibile l’impossibile. È in questo cappello che è contenuto il vero pensiero laterale, quello che ci invita a essere provocatori e non troppo conservatori, a usare il movimento innovativo prima del giudizio restrittivo. Questo pensiero ci ricorda a sua volta che non va bene sentirsi soddisfatti rapidamente, che è necessario trovare più rotte, più alternative, generare più proposte. Va nella direzione del brainstorming, della grande generazione di idee e della costruzione di nuove idee partendo da quelle degli altri. Qui si sviluppo il “si, e…”, in contrasto al “ma” del cappello nero.
Cappello blu: la gestione. Questo è il regista del processo. Organizza, dirige e valuta tutto il lavoro svolto. Ha il controllo su tutto il processo e viene indossato in questa dinamica due volte: all’inizio e alla fine. In un primo momento per decidere quale dei cappelli indosseremo, poi per stabilire quale ordine dobbiamo seguire e infine per prendere una decisione. Il cappello blu rappresenta il pensiero strutturato, quello che ci guida ad ogni passo, sottolineando le alternative, proponendo nuove strategie e mantenendo il controllo in ogni sequenza, in modo da non farci perdere la strada o farci restare bloccati.
Un unico problema secondo i sei cappelli
Facciamo un esempio pratico. Supponiamo che un team debba decidere se lanciare un nuovo prodotto sul mercato. Ecco come le domande che sorgono:
Cappello bianco: quali sono i dati di mercato? Quanti competitor ci sono?
Cappello rosso: il team è entusiasta? Come mi sento riguardo a questa idea? Quali emozioni suscita?
Cappello nero: quali sono i problemi? Cosa potrebbe andare storto?
Cappello giallo: quali sono i vantaggi? Perché questa idea potrebbe funzionare?
Cappello verde: abbiamo idee diverse dagli altri? Quali possibilità ci sono? Come possiamo pensare fuori dagli schemi?
Cappello blu: come ci organizziamo? Con quale ordine di priorità? Qual è l’obiettivo? Quale cappello usiamo ora?
Design Thinking in Technicolor
Tempo fa, durante una sessione di attività collaborative con un team in panico pre-lancio, ho proposto i sei cappelli. Reazione? Sguardi scettici, ma poi… magia! Il cappello bianco ha messo tutti d’accordo sui dati; il verde ha tirato fuori idee folli (ma geniali); il nero ci ha salvati da almeno tre catastrofi. Alla fine, il blu ci ha riportati sulla terra e abbiamo trovato la soluzione perfetta.
Alla fine del workshop, qualcuno ha detto: “Rossana, questo è Design Thinking in Technicolor!”. Questa frase me la sono scritta e oggi la condivido con voi! Non male, no?
Perché funziona? È un po’ come alcune matrice delle decisioni di cui parlavo in una newsletter passata: sistemi diversi per affrontare problemi complessi sono i più utili. I sei cappelli ti costringono a uscire dalla tua zona di comfort mentale e a pensare con la testa… degli altri cappelli.
Conclusioni: pensare meglio per vivere meglio
Edward de Bono non ci ha dato solo una tecnica, ma un promemoria: il pensiero è un’arte che possiamo allenare.
E se poi indossare un cappello immaginario ti fa sentire un po’ folle, beh, benvenuto nel club! Dopo un po’ ci si abitua ed è come avere un super-potere nel pensare. Se pensi che sia roba solo per aziende o designer, sbagli: provalo in famiglia per decidere dove andare in vacanza. Ma occhio al cappello nero: tende a far finire tutti a rimanere a casa!
Ci risentiamo presto con nuove idee colorate!
Suggerimenti
Se non l’hai ancora fatto, recupera le newsletter precedenti, dove parlo di brainstorming, di meeting design che spaccano e di come prendere decisioni migliori. Troverai ispirazione per portare una ventata di novità nel tuo team!
Ci risintonizziamo presto con idee ancora più colorate!
Rossana
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👩 Ciao, sono Rossana Lorusso, designer per la trasformazione.